Giorgia Meloni mette il veto su Casini e complica la partita di Matteo Salvini: per il Quirinale salgono le quotazioni di Belloni e Cassese.
Nel giorno della quarta votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica, le forze politiche navigano in alto mare e in acque decisamente agitate. Il nome caldo resta quello di Casini anche se la sua candidatura ha subìto una battuta d’arresto nella mattinata del 27 gennaio. Perché? Per una frattura nella coalizione di Centrodestra.
Quirinale, FdI frena la corsa di Casini
Casini è sostenuto da buona parte di Pd, M5S e Leu ma spacca la coalizione di Centrodestra. Forza Italia potrebbe sostenere la candidatura di Casini ma da Fratelli d’Italia è arrivato il no secco da parte di Giorgia Meloni, che quindi complica la partita di Matteo Salvini e frena la corsa di Casini, individuato come un uomo d’area del Centrosinistra.
Elezione presidente della Repubblica, salgono le quotazioni di Belloni e Cassese
FI, Lega e Fratelli d’Italia continuano a lavorare su una rosa di nomi di Centrodestra e i nomi emersi nella mattinata del 27 gennaio sono quelli di Belloni e di Cassese. I nomi, secondo quanto riferito dall’Ansa, sarebbero stati indicati da Giorgia Meloni.
Il nome di Cassese è venuto alla ribalta nella giornata del 26 gennaio dopo che il Foglio ha pubblicato la notizia di un incontro tra Salvini e lo stesso Cassese. Incontro smentito dal leader della Lega. Ma da questa notizia ha preso quota la candidatura del giurista, uomo gradito al Centrodestra e accettato dal Centrosinistra.
Belloni, a capo dei servizi segreti italiani da poco meno di un anno, è una figura terza, assolutamente senza colore politico. Per questo motivo non ha tifosi sfegatati ma non ha neanche oppositori.
Sia per Cassese che per Belloni il problema sarebbe rappresentato dalla presenza di due tecnici ai vertici della politica italiana: Cassese o Belloni al Colle e Mario Draghi a Palazzo Chigi.
L’ipotesi Draghi ancora in campo
In questo clima di assoluta incertezza, resta ancora in campo l’ipotesi che porta Mario Draghi al Colle. Se Centrodestra e giallorossi dovessero arrivare al muro contro muro, la scelta del premier potrebbe risolvere la partita evitando una crisi di governo.